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BolzanoFestivalBozen 2013
28.07.-05.09.
 



 

29.07.-26.08.2015
Antiqua Programma Concerti 2011 Bolzano Festival Bozen
 
ORCHESTRE MUSICA E GIOVENTÙ

31/07/2015
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31.07 | ore 20.30

Auditorium

 

Schumannfest
 

ORCHESTRA DELL’ACCADEMIA GUSTAV MAHLER

CLEMENS HAGEN Violoncello

DANIEL HARDING Direttore

 

Robert Schumann (1810 -1856)

 

Concerto per violoncello ed orchestra in la minore op. 129

 

Nicht zu schnell
Langsam
Sehr lebhaft
_

 

INTERVALLO
_

 

Sinfonia n. 2 in do maggiore op. 61

 

Sostenuto assai-Allegro ma non troppo
Scherzo. Allegro vivace
Adagio espressivo
Allegro molto vivace

 

 

“Ho scritto l'opera in uno stato di grande sofferenza […] essa riflette la resistenza dello spirito contro le mie condizioni fisiche. Il primo movimento è pieno di questa lotta e del suo carattere capriccioso. Mi sono sentito meglio solo a opera finita”. Così Schumann racconta la genesi della sua Seconda Sinfonia in do maggiore (1846), frutto doloroso di anni molto tormentati e psichicamente instabili. Eseguita per la prima volta il 5 novembre 1846 al Gewandhaus di Lipsia, la sinfonia fu diretta dall'amico Mendelssohn, che l'aveva invitato ad insegnare presso il suo conservatorio tre anni prima. Insoddisfatto dell'esecuzione, il compositore decise di intervenire nuovamente sulla partitura, rivisitandola e accorciandola. Un'opera che segna il desiderio di affermarsi con più decisione sulla scena musicale dell'epoca come del resto il volersi confrontare con i maestri del passato, tra cui Bach, Mozart e in primis Beethoven, come notò anche il critico della Neue Zeitschrift für Musik: “La sinfonia è la prima opera del presente, un'ulteriore pietra miliare nella direzione che Beethoven aveva indicato con le sue ultime opere. Schumann si è riservato di essere il primo a costruire su questo cammino. Chi può mettere in dubbio ora il suo genio?”.
 


Biglietti:
Intero: 33,00 €
Over 65, Associazioni culturali e possessori del “Documento di volontariato sociale”: 20,00 €

Under 26: 15,00 €

 

 

 

 

La Sinfonia Tardoromantica

Nella Vienna culturalmente vivace della seconda metà dell'Ottocento il mondo musicale era diviso in due fazioni: da una parte il rigore formale dei “classicisti” impersonati da Johannes Brahms e supportati dal critico e filosofo Hanslick; dall'altra i “wagneriani”, il cui epigono si ritrova nella personalità di Bruckner. Monumentalità formale, ampiezza del discorso musicale, grandiosità sonora caratterizzano l'Ottava Sinfonia del “quarto B” della storia musicale tedesca dopo Bach, Beethoven e Brahms. Un'opera per molti versi ambiziosa, per dimensioni e per il suo processo creativo durato sei anni (1884-1890), terminato con quell'annotazione catartica “Alleluja!” sull'ultima pagina del manoscritto. Pochi anni dopo, nel 1893, la grande tradizione sinfonica europea avrebbe incontrato la musica d'oltreoceano: il 16 dicembre 1893 Anton Seidl dirigeva alla Carnegie Hall di New York la Nona Sinfonia “Dal Nuovo Mondo“ di Dvorák, alla presenza del compositore che all'epoca era stato chiamato come direttore del locale National Conservatory. Si inaugurano così nuovi mondi espressivi anche per il genere della sinfonia tardoromantica, che qui risente dell'influsso di musiche dei nativi americani e degli spirituals afroamericani.
L'eredità sinfonica di questi compositori verrà ben presto raccolta da Mahler, che tra il 1901 e il 1902 compose la sua sua Quinta Sinfonia, un lavoro che segna una svolta nella poetica dell'autore. Caratterizzata da ampissime dimensioni e un corposo organico strumentale, la Quinta si separa dalle sinfonie precedenti (dette Wunderhorn-Sinfonien) per la mancanza di un dichiarato supporto programmatico. Nell'intenzione dell'autore c'è un nuovo modo di concepire la sinfonia, un senso di distacco dal mondo per lasciarsi trasportare in altri universi espressivi, come egli stesso dichiarò: “Bisogna proprio portare con sé orecchie e un cuore e, non ultima cosa, sapersi abbandonare di proposito al rapsodo, al cantastorie. Una parte di mistero rimane sempre: perfino per il creatore!”.